Dott. Bruno Scuderi
Oculista, esperto in chirurgia laser.
“Un esame indispensabile nel glaucoma ed in tutte le malattie del nervo ottico.”
Si definisce “campo visivo” quella porzione di spazio percepita da un occhio immobile.
In assenza di alterazioni un campo visivo cosiddetto “normale”, si estende oltre i 90° temporalmente, 60° nasalmente e superiormente e circa 70° inferiormente.
Fino a qualche tempo fa venivano utilizzati dei perimetri “manuali”. La tecnologia ora ha messo a disposizione dell’oftalmologia dei perimetri computerizzati molto precisi e corredati di sofisticati software che permettono la personalizzazione dell’esame a seconda della patologia, e della zona del campo visivo su cui si vuole indagare.
Al paziente viene richiesto di appoggiare mento e fronte su un apposito supporto posizionato davanti ad una cupola illuminata. Si lavora con un occhio alla volta (quando si esegue l’esame sull’occhio destro il sinistro viene coperto da un tampone oculare e viceversa) e si chiede al paziente di mantenere lo sguardo fisso su una mira luminosa posta dritta davanti a lui. Una volta iniziato l’esame il paziente deve segnalare la presenza di spot luminosi (più o meno grandi, più o meno luminosi) all’interno della cupola. Per segnalare la presenza degli spot luminosi il paziente dovrà premere un pulsante che gli verrà consegnato all’inizio dell’esame.
Uno dei più comuni casi in cui il vostro oculista potrà consigliarvi un esame del campo visivo é in presenza di un alterato valore della pressione intraoculare. I pazienti affetti da glaucoma infatti si sottopongono a questo esame con cadenza semestrale o annuale. Anche per alcune malattie della retina é un’esame che ci da importanti informazioni sulla sensibilità dell’occhio alla luce. Ma il medico oculista non è il solo specialista che può prescrivere un esame del campo visivo.
Questa valutazione infatti risulta essere molto importante anche in ambito neurologico. Spesso il neurologo richiede questa indagine per valutare eventuali danni alle vie che vanno dall’occhio al cervello, vie ottiche retrobulbari, chiasmatiche, retrochiasmatiche e fino alla corteccia visiva. Ciò viene richiesto per esempio in caso di patologie ischemiche, oncologiche, traumatiche o neurologiche di vario tipo.
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